
Kimochi No Keiko – Pratica speciale dell’intenzione
In questo periodo così particolare possiamo scoprire nuove opportunità.
L’opportunità di tornare a ciò che davvero è importante per noi, l’opportunità di rivedere le nostre priorità e l’opportunità di trovare nuove vie per essere comunque vicini.
Noi come Dojo ogni anno celebriamo il Kimochi No Keiko, la pratica dell’intenzione. Il Dojo è il luogo deputato per questa celebrazione, quest’anno vi proponiamo di celebrare il nostro Kimochi No Keiko anziché sul tatami del nostro Dojo nelle nostre case e praticarlo nella vita di tutti i giorni.
Scegliamo un’intenzione per noi e una anche per il nostro Dojo e pratichiamola ogni volta che ci è possibile, accudiamola e lasciamola crescere affinché quando il tempo sarà giusto possa dare il suo frutto.
Sarà un modo per essere vicini in attesa di poter riprendere insieme il nostro cammino.
L’Aikido si pratica nel Dojo e si applica nella vita, questo è un buon momento per farlo.
Lunedì alle 20.30 e giovedì alle 20 per qualche minuto colleghiamoci alla nostra intenzione e al gruppo, le nostre intenzioni saranno amplificate dal supporto di tutti noi e sarà un momento per sentirci vicini e uniti.
Come scegliere un’intenzione
L’intenzione non è un atto di volontà, è il punto di partenza di ogni sogno, è potere creativo, è l’azione che nasce dal cuore, è espressione della nostra realtà interiore, arriva in silenzio dal nostro luogo di pace. Quando l’intenzione affiora nella mente è perché possediamo già tutti gli strumenti e le qualità per realizzarla e di cui dobbiamo assumerci la responsabilità di azioni e pensieri. L’intenzione è già creare un’azione, è la scintilla che ci fa partire per un viaggio, è un’aspirazione che viene dal profondo e porta alla luce ciò che in fondo già siamo, è un seme piantato nel cuore da annaffiare con cura. Rappresenta un desiderio profondo, puro e non egoistico.
Riguarda il nostro stato dell’ESSERE, piuttosto che il FARE o l’AVERE.
Come formulare un’intenzione
La nostra intenzione diventa ancora più potente, se la esprimiamo da un luogo di soddisfazione piuttosto che di mancanza, scarsità e bisogno (denaro, successo…).
L’intenzione deve essere formulata al presente, essere positiva, precisa, benefica e dare gioia e gratitudine.
Voglio sviluppare il mio equilibrio anziché non voglio o vorrei smettere di perdere l’equilibrio.
Voglio essere flessibile anziché voglio o vorrei essere meno rigido.
Voglio essere disponibile anziché voglio o vorrei essere meno controllato.
Voglio essere forte anziché non voglio o vorrei essere debole.
Voglio essere presente anziché non voglio o vorrei lasciarmi distrarre.
E dopo aver scelto l’intenzione, lasciamola andare, libera di scegliere la via migliore per realizzarsi. Accudiamola con gioia così come si fa con un fiore, senza aspettative, rispettandone l’essenza perché contiene in sé la sua espressione, così come il seme contiene tutto ciò che gli serve per diventare un albero, un fiore o un frutto nel tempo giusto per lui.
Un testo vedico classico dell’UPANISHAD dice:
“Tu sei ciò che profondamente desideri essere.
Così com’è il tuo desiderio, così è la tua intenzione.
Così com’è la tua intenzione, così è il tuo volere.
Così com’è il tuo volere, così è la tua azione.
Così com’è la tua azione, così è il tuo destino.”
Vi abbracciamo tutti in attesa di farlo presto dal vivo.
Buona pratica dell’intenzione
Antonella & Roberto
























