
Intelligenza corporea
Intelligenza corporea – l’Arte della leadership
di Wendy Palmer
Quanto è importante sviluppare la nostra intelligenza corporea e la comunicazione non verbale nell’Aikido? Moltissimo, fa parte del processo di consapevolezza e sviluppo del centro e lo scoprirete tra poco nell’articolo di Wendy Palmer, Aikidoka e fondatrice della Leadership Embodiment.
Buona lettura!
Nel 1990 il mondo degli affari e le organizzazioni scoprirono che avere un alto IQ (Quoziente di intelligenza) da solo non rendeva una persona un grande leader. EQ (Intelligenza emozionale) emerse come nuovo paradigma per sviluppare i leader. L’idea che le relazioni umane siano altrettanto importanti del gestire dati è diventata il principale principio delle competenze di leadership. Questa idea si è evoluta in un movimento che si è diffuso nei più remoti angoli del pianeta.
La mente e le emozioni rappresentano una parte vitale della nostra capacità di affrontare le sfide dettate dalle esigenze odierne, ma non sono tutto ciò che siamo né rappresentano pienamente il nostro potenziale delle possibilità umane.
Siamo anche un organismo che comunica ed elabora informazioni a livello sensoriale molto più completo di quanto la nostra visione culturale ci porta a credere. Abbiamo accesso a un’immensa intelligenza che ci informa attraverso tutti i nostri multi dimensionali modi di essere. La ricerca ha dimostrato che la comunicazione non verbale va dal 70% al 90%. Anche quando non parliamo ci scambiamo continuamente informazioni. Il processo per scoprire come comunichiamo non verbalmente e accedendo all’intuizione – informazioni che provengono dall’intelligenza al di là di ciò che è già noto – è il campo dell’Intelligenza corporea. L’Intelligenza del corpo è lo studio e la pratica di ciò che unisce mente, emozioni e intuizione; il corpo e la presenza che lo circonda.
La personalità e il centro
La nostra capacità di unire nel corpo mente, emozioni e intuizione, si basa sulla nostra comprensione dei modelli di energia che ci impediscono di vivere in tale unificazione giorno per giorno. Per poter fare una distinzione tra i modelli di energia che sostengono l’unificazione e quelli che la inibiscono, chiameremo queste parti di noi stessi “centro” e “personalità”.
La personalità è la parte di noi che si riferisce alla gestione delle cose della vita – relazioni e cose. Si attiva per questioni di sicurezza, di approvazione e controllo. Per essere chiari, in questa esplorazione siamo interessati a come il modello si organizza non al perché è così. Il nostro presupposto è che ognuno ha un modello di sopravvivenza sorto nel tentativo di gestire le relazioni e le cose nella propria vita. Dal punto di vista di questo studio tutti i modelli di personalità sono ugualmente inefficaci e non riusciranno a portare felicità e sicurezza. Questo perché tutti i modelli di sopravvivenza della personalità si riferiscono alla sicurezza e alla protezione in un mondo in cui non possiamo mai essere completamente sicuri e protetti. In definitiva tutto nell’universo è soggetto al cambiamento – tutto è impermanente. Come Sisifo, che continuamente spingeva un masso su per la collina, la personalità prova continuamente a raggiungere la sicurezza in un mondo insicuro.
Il centro è la parte di noi che fa riferimento all’unificazione – il riconoscimento dell’interconnessione. Nello stato di centro sperimentiamo allo stesso modo azione senza sforzo e quiete. Quando siamo nella zona o nello stato di flusso sperimentiamo l’unificazione come forza naturale o intelligenza che si muove attraverso di noi. Lo stato di centro, a volte chiamato zona, è spesso descritto come un’esperienza in cui c’è un sacco di tempo e spazio e in cui un compito difficile si compie senza sforzo. Il centro fa riferimento a tutta la vita mentre la personalità fa riferimento ai singoli segmenti. Poiché la parte centrale di noi non è ingombra di preoccupazioni e bisogni di sopravvivenza, c’è spazio per l’intuizione, creatività e innovazione che nasce attraverso l’intuizione.
Il nostro interesse nel fare questa distinzione tra personalità e centro è quello di poter esaminare da vicino il processo di sviluppo dello schema della personalità. Più siamo effettivamente in grado di notarlo, più diventiamo consapevoli di come inizia lo schema, più sarà facile intercettare lo schema. In altre parole, se lo prendiamo all’inizio prima che abbia preso troppo slancio, saremo in grado di scegliere di attivare l’alternativa – uno schema più centrato basato sul nostro sé più intraprendente. Questo cambiamento non si verifica perché desideriamo diventare più centrati. Accade perché abbiamo fatto i nostri compiti a casa. Abbiamo praticato rafforzando lo schema del centro.
La seconda pratica in cui ci impegniamo è rafforzare lo schema del centro perché se prima ci concentriamo sullo sviluppo dello stato unificato e centrato, di default tenderemo all’alternativa più positiva, cercando di saltare o sopprimere lo schema della personalità. Se questo accade allora non saremo in grado di guardare da vicino i piccoli cambiamenti incrementali che compongono lo sviluppo dello schema della personalità e perderemo l’opportunità di scoprire come ha origine e comincia a svilupparsi in reazione di sopravvivenza in piena regola.
Essere in sintonia con il modo in cui la nostra energia si muove ci permette di lavorare con noi stessi prima che gli schemi diventino pensiero. I bambini piccoli e gli animali possono capire quando una persona è sconvolta prima che essa stessa se ne accorga. Ci sono cani che possono riconoscere trenta secondi prima del suo inizio quando una persona sta per avere una crisi. I cani abbaiano in modo che la persona possa mettersi in un luogo sicuro o fare una telefonata. Facendo molta attenzione possiamo usare lo stesso principio, possiamo allenarci a capire quando cominciamo a reagire. Una volta che i pensieri reattivi arrivano nel nostro campo di consapevolezza l’impeto dello schema è già abbastanza forte. Se studieremo noi stessi abbastanza attentamente cominceremo a discernere come ha origine lo schema prima che si manifesti come pensiero.
Abbiamo bisogno di coraggio e senso dell’umorismo per essere in grado di mostrare a noi stessi questo comportamento maldestro, nella Leadership corporea il nostro compagno di pratica è anche un testimone. Come un allenatore, il nostro partner può aggiungere un utile feedback per far luce su aspetti del nostro schema che spesso a noi sono invisibili. Questa pratica è il pezzo unico che la Leadership corporea porta nell’area dell’Intelligenza corporea. Piuttosto che offrire modi per sovrapporre capacità e comportamenti utili ad uno schema di sopravvivenza potenzialmente attivato, la Leadership corporea si focalizza sullo scoprire il processo dello schema di sopravvivenza.
È portando la luce della consapevolezza, esaminando in dettaglio il modo in cui l’energia si muove all’interno dello schema, che può nascere il punto di scelta. Quando effettivamente vediamo emergere l’inizio dello schema di sopravvivenza della personalità, riconosciamo i segnali e spostiamo consapevolmente l’attenzione sullo schema energetico del centro. Con la pratica possiamo accedere a questo modo alternativo più centrato per relazionarci alla situazione. Col tempo il passaggio dalla personalità al centro diventa più fluido.
La leadership richiede più di abilità e acume imprenditoriale, la grande leadership è una forma d’arte che richiede qualità che segnalano una capacità di processi relazionali e intuitivi. La presenza, la compassione, l’integrità e l’indagine sono qualità che migliorano la leadership nell’odierno veloce movimentato e complesso mondo dell’organizzazione. La presenza è l’incarnazione della capacità di espansione, la capacità di estendere l’energia che porta il contesto e il significato dell’organizzazione e ciò che essa rappresenta in una prospettiva globale. La compassione è l’autentica consapevolezza che le nostre vite sono interconnesse e l’incarnazione del messaggio –‘siamo tutti coinvolti’. L’integrità si manifesta attraverso la trasparenza e fornisce una base per la credibilità e l’accessibilità. L’indagine è la capacità di tollerare l’incertezza come terreno di possibilità e innovazione.
L’arte della leadership
Il riconoscimento che tutti noi abbiamo una personalità guidata da uno schema di sopravvivenza è la base per il processo di Leadership corporea. La parte più difficile della presa di coscienza delle nostre azioni è riconoscere una delle strategie preferite della personalità, l’autoinganno.
Per un leader, la capacità di essere consapevole di uno schema emergente di energia di sopravvivenza crea trasparenza e un punto di scelta. Può scegliere di cambiare energia. L’autoinganno si presenta come un impulso a controllare gli altri e il risultato, senza prendere in considerazione il proprio comportamento. Ricordate, i riferimenti della personalità sono controllo, approvazione e sicurezza. Piuttosto che guardarsi dentro per diventare consapevole di come stiamo partecipando a una situazione difficile, la personalità guarda gli altri e vede come devono adeguare il loro comportamento. Un leader disposto a riconoscerlo e a cambiare il suo schema energetico, porta alla sfida una combinazione di umanità e centralità partecipando ai dettagli immediati del momento nel senso di un contesto più ampio di passato, presente e futuro.
Uno degli aspetti più importanti del lavoro di Leadership corporea esamina il modo in cui il corpo organizza l’energia quando si sposta verso la sopravvivenza o percepisce una minaccia. In altre parole, osserviamo come il nostro schema di sopravvivenza modella il nostro corpo. Uno dei modi in cui si attiva il modello di sopravvivenza è attraverso la pressione fisica.
Incarnazione della leadership – Leadership corporea
La leadership corporea ci permette di innescare in un ambiente controllato, il disagio dello schema di sopravvivenza. Tenendo i polsi e applicando una pressione rapida, leggera e costante il corpo entra automaticamente nel suo schema di sopravvivenza. Agire in una situazione di pressione innesca la forma energetica di irritazione, ansia ecc… così si può osservare come si presenta nel corpo lo schema energetico. Mentre si mantiene la pressione è possibile osservare come l’energia si organizza in tre aree: testa e collo, braccia e petto, anche e gambe. Questo ci è utile perché crediamo che il modo in cui rispondiamo sia limitato a ciò che pensiamo. Ciò che scopriamo con questo esercizio è che le nostre emozioni e, al di sotto, il nostro intestino (pancia), possono rispondere in modo molto diverso. Questa consapevolezza ci aiuta a capire perché quando a proposito di qualcosa pensiamo di essere così chiari, gli altri reagiscono come se gli stessimo dando informazioni diverse – e spesso facciamo proprio questo. Diciamo una cosa, ne sentiamo un’altra e interiormente possiamo provare un profondo senso di impegno per la sicurezza.
Una volta che l’osservatore si è svegliato cambia il modo in cui vediamo noi stessi nelle relazioni. Quando lo schema di sopravvivenza viene portato in superficie e visto in modo non critico, c’è meno auto-inganno. Poiché il nostro schema reattivo non è più nascosto possiamo dire a noi stessi, “Oh, guardami – la mia personalità vuole avere il controllo. Voglio rispetto e apprezzamento.” Poi invece di seguire la storia, possiamo fermarci e spostare la nostra attenzione sulla concentrazione del processo di centratura.
La pratica di centratura può gestire il disagio di riconoscere la storia con più dignità e saggezza. Il passaggio è dalla consapevolezza – riconoscere la reazione della personalità, alla concentrazione – agli elementi di centratura. La versione breve per centrarci è – elevarci, espanderci e risolvere. Per il processo più lungo – possiamo inspirare, raddrizzare la nostra postura, espirare e rilassare il petto, pensando a qualcosa che ci fa sorridere, espandere il nostro spazio personale e chiederci … e se ci fosse un po’ più di… (generosità) nel mio essere?
Il processo di centratura sposta lo schema di energia del corpo ad uno stato più calmo e stabile. Questo stato centrato comunica nell’ambiente un messaggio diverso: un messaggio di forza e calore, inclusione e consapevolezza di ciò che viene comunicato.
I leader hanno la responsabilità di essere modelli per la comunità che influenzano. L’intelligenza corporea riconosce che il corpo è un veicolo per unificare la mente, le emozioni e l’intuizione di un percorso per potenziare la leadership. La Leadership corporea è un processo corporeo attraverso il quale i leader possono modellare la forza e l’umiltà attraverso la pratica incarnata di inclusione, fiducia, compassione e trasparenza. La comprensione non è abbastanza. Se la comprensione fosse sufficiente, le persone più intelligenti sarebbero i migliori leader. Ora sappiamo che ci vuole più del QI per essere un grande leader. È tempo di andare oltre i limiti della comprensione e delle intuizioni. La capacità di passare rapidamente dalla reattività all’intraprendenza, per accedere a creatività, capacità di recupero e innovazione è il prossimo paradigma nell’evoluzione della leadership.
Libera traduzione dell’articolo pubblicato al seguente link:
Embodied Intelligence – The Art of Leadership

